CALCIO SCAMBIABILE
Per il calcio, come per le altre basi di scambio, è possibile, ai fini nutrizionali, individuare nel terreno le seguenti frazioni:
- calcio solubile - presente nella soluzione circolante del terreno, direttamente disponibile per le piante
- calcio adsorbito - ritenuto sugli scambiatori del suolo, in equilibrio con la frazione solubile presente nella
soluzione circolante
- calcio fissato - presente come carbonato, fosfato, silicato, solfato. Il calcio fissato si libera dai minerali primari in seguito all'alterazione di questi. La frazione definita calcare attivo comprende il carbonato di calcio maggiormente suddiviso in particelle più fini e più reattive.
La liberazione di calcio da parte della frazione più attiva dei carbonati (calcare attivo) porta all'aumento della frazione scambiabile (calcio solubile in equilibrio dinamico col calcio adsorbito).
La frazione scambiabile, determinata analiticamente, è costituita dal calcio solubile e dal calcio adsorbito che sono tra loro in equilibrio dinamico.
La metodica analitica, comune anche al potassio scambiabile, al magnesio scambiabile ed al sodio scambiabile, prevede l'estrazione di tali ioni mediante la loro sostituzione sul complesso di scambio e la misura della loro concentrazione nell'estratto.
Il contenuto di ciascun catione di scambio è espresso in cmoli/Kg oppure il me/100 g. I due valori risultano numericamente uguali.
Il fatto che è soprattutto dalla frazione dei carbonati di calcio presenti nella frazione di calcare attivo che il calcio passa in soluzione comporta che, in terreni in cui siano state eseguite di recente operazioni di frantumazione delle pietre, e a seconda del grado di finezza della macinazione, sia possibile trovare valori elevati di calcio scambiabile accompagnati a valori elevati di pH, questi ultimi non giustificati dai livelli del sodio e/o del calcare attivo.
In tali casi il pH è destinato ad abbassarsi in tempi relativamente brevi e nel corso di qualche anno si ridurrà anche il valore del calcio scambiabile.
In condizioni particolari può verificarsi che il calcio allontanato per asportazione da parte delle piante e per lisciviazione non sia sufficientemente compensato dal calcio apportato dall'alterazione dei minerali primari e pertanto si rendano necessari adeguati apporti mediante concimazione.
Nella interpretazione del dato analitico, più che il valore assoluto è importante, ai fini della valutazione della disponibilità del calcio, conoscere la dotazione calcica sia in rapporto agli altri elementi, sia in relazione alle condizioni colturali che ne possono influenzare l'assorbimento da parte delle piante (es. stress idrici, uso di regolatori di crescita, concentrazione di metalli pesanti, sodio, ioni idrogeno nel mezzo esterno, ecc.)
Per lo sviluppo ottimale di specie diverse sono necessarie diverse disponibilità di calcio.
Inoltre, essendo il calcio poco mobile all'interno della pianta, le necessità variano anche in relazione alle diverse fasi fenologiche delle colture.
Pertanto non è possibile indicare una soglia di sufficienza per il calcio. Mediamente il calcio rappresenta il 60-80% e più delle basi di scambio.
Si riscontrano inoltre differenze di concentrazioni lungo il profilo del terreno.
Generalmente il calcio è ben rappresentato nei terreni e ciò ne ha fatto spesso sottovalutare l'importanza ma, tra i fattori responsabili di alcune fisiopatie (es. disseccamento del rachide nella vite, marciume apicale nel pomodoro, situazioni di carenza negli agrumi,ecc.) si annovera il calcio.
In questi casi spesso sembra non esserci relazione tra il livello del calcio scambiabile e la comparsa della sintomatologia mentre si riscontrano bassi livelli di calcio negli organi vegetali. Ciò è indicativo di difficoltà nell'assimilazione e nel movimento del calcio all'interno della pianta. In tali casi è necessario valutare attentamente tutti i fattori che influenzano l'assimilabilità del calcio da parte della pianta e che non dipendono esclusivamente dalle caratteristiche del terreno.
dr. agronomo Luisa M. Ruggieri
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