FOSFORO ASSIMILABILE
La determinazione del fosforo assimilabile è indicativa della quantità di fosfati disponibili per le piante.
Nel suolo è possibile individuare le seguenti frazioni di fosforo (sia che provenga dalla componente minerale che da quella organica), non tutte disponibili per le piante:
- Fosfati in fase liquida - frazione di fosforo solubile presente nella soluzione circolante del terreno. Il fosforo in questa forma è in equilibrio dinamico con i fosfati in forma labile.
- Fosforo labilmente adsorbito dagli scambiatori del suolo (pool labile)- è in equilibrio dinamico con la frazione solubile e pertanto, risulta relativamente disponibile per le colture.
- Fosfati fissati (pool non labile) - frazione di fosforo fortemente adsorbito dal suolo e reso insolubile. Non essendo in equilibrio con la frazione solubile esso non è disponibile per le piante.
Il fosforo disponibile ai fini della nutrizione delle piante dipende dalla concentrazione di fosfati solubili nella fase liquida, dall'equilibrio tra fosforo solubile e fosforo labilmente adsorbito dagli scambiatori del suolo, da processi biologici e dal potere tampone del suolo.
L'equilibrio dinamico tra i fosfati solubili ed il pool labile è fortemente influenzato dal pH. Intorno a pH 6.5 si ha la massima concentrazione di fosfati solubili. Per valori di pH che si innalzano verso l'alcalinità il fosforo viene immobilizzato nel suolo come fosfato di calcio; per valori di pH che si abbassano verso l'acidità il fosforo è fissato in forme insolubili come fosfato di ferro e di alluminio.
Il pH influisce sulla quota di fosforo assimilabile anche perché influenza l'attività dei microrganismi che operano la trasformazione del fosforo organico in fosforo minerale disponibile per le piante. La mineralizzazione del fosforo organico ad opera di microrganismi è migliore nei terreni neutri. Nei suoli acidi l'attività di degradazione microbica del fosforo è fortemente ostacolata. Pertanto, in molti casi, si può migliorare l'efficacia delle concimazioni fosfatiche agendo sulla variazione del pH.
L'analisi di routine per la determinazione del fosforo assimilabile, consiste nell'estrazione del fosforo con una soluzione estraente contenente ioni carbonato e ioni ossidrili, che simuli, in modo veloce ed accurato, ciò che si verifica tra le diverse frazioni di fosfati del suolo e tra questi e le radici delle piante. Si procede poi alla misura per via colorimetrica della concentrazione di fosforo.
Il fosforo estratto viene espresso in mg/kg (ppm).
Generalmente per estrazioni eseguite con metodo Olsen, sono considerati indici di media disponibilità di fosforo assimilabile valori di concentrazione compresi tra 25 ppm e 45 ppm.
Nella interpretazione del dato analitico del fosforo, in relazione alla nutrizione delle colture e alla risposta alla fertilizzazione, occorre tener conto che l'indice di disponibilità ottimale di fosforo dipende dalla specie coltivata, dal sistema colturale, dal tipo di suolo.
Per esempio, in suoli con elevata capacità di adsorbimento anionico è necessario un notevole apporto di concimi fosfati per incrementare la disponibilità della frazione solubile poiché la maggior parte dei fosfati apportati con i concimi viene adsorbita in modo irreversibile mentre, varia pochissimo la concentrazione del nutriente nella fase liquida.
Non bisognerà inoltre trascurare le interrelazioni con fenomeni di antagonismo quali quelli con zinco, rame e ferro.
dr. agr. Luisa M. Ruggieri
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