COMPONENTE ORGANICA
La componente organica del terreno include organismi viventi, loro parti e loro prodotti, totalmente o parzialmente decomposti. La frazione organica decomposta comprende sostanze umiche e non umiche. La frazione organica del terreno è costantemente soggetta a trasformazioni fisiche e chimiche che sono il risultato di processi di decomposizione e di mineralizzazione. Risultato finale di tali processi è la produzione di CO2, acqua, nutrienti, acidi organici e inorganici.
Biologicamente la sostanza organica è la fonte di cibo e di energia per i microrganismi, alcuni dei quali sono artefici di molte reazioni biochimiche del terreno (ammonificazione, nitrificazione, azoto-fissazione, ciclo dei nutrienti).
La componente organica del suolo influisce positivamente sulla stabilità degli aggregati strutturali, migliorando la permeabilità nei suoli tendenzialmente più compatti e la capacità di ritenzione idrica nei suoli tendenzialmente più sciolti. Inoltre la sostanza organica migliora la capacità di scambio cationico (C.S.C.) aumentando i siti negativi in grado di adsorbire i gli elementi nutritivi in forma cationica e favorisce l'assimilabilità di anioni come fosforo e boro. Altri effetti positivi legati alla sua azione chelante, riguardano la disponibilità di alcuni micronutrienti come ferro, rame, zinco, manganese.
Il giudizio sulla componente organica del terreno e conseguentemente sull'opportunità degli apporti e di talune pratiche agronomiche, si esprime in base al rilievo analitico di diversi parametri:
SOSTANZA ORGANICA
Si ricava dalla determinazione del carbonio organico espresso come g/kg. Tale valore viene poi trasformato in Sostanza Organica secondo un fattore di conversione. I livelli ottimali di sostanza organica si aggirano intorno al 20 g/Kg, in realtà dipendono molto dalle condizioni climatiche, dalle pratiche agricole attuate, dalla tessitura e dai carbonati.
Al fine del mantenimento di un idoneo stato strutturale del terreno è importante un adeguato rapporto tra colloidi organici (componente organica) e colloidi minerali (argille).
AZOTO TOTALE
La determinazione dell'azoto è importante non soltanto ai fini della concimazione per la fondamentale funzione nutrizionale dell'elemento ma, anche per i risvolti negativi quale agente di inquinamento ambientale e soprattutto delle falde.
Tuttavia, le relazioni tra le diverse forme di azoto presenti nel suolo (ammoniacale, nitroso, nitrico, organico) non sono ancora oggi del tutto chiarite e i numerosi metodi utilizzati per queste determinazioni, anche i più recenti, non sono applicabili alla routine operativa poiché mancano di un'adeguata taratura agronomica che tenga conto non soltanto delle metodiche di analisi ma anche delle variazioni delle diverse forme azotate in funzione di diversi fattori tra cui l'andamento climatico. Di conseguenza, tali metodi non vengono utilizzati per le analisi di routine nemmeno dalle stesse strutture di ricerca.
Pertanto, la determinazione a cui fare riferimento è quella dell'azoto totale Kjeldhal. Il metodo prevede la mineralizzazione dell'azoto e la successiva distillazione dell'ammoniaca che viene raccolta in una soluzione acida di cui viene poi titolato l'eccesso, oppure misurata con un elettrodo specifico.
Il risultato viene espresso in g/kg.
RAPPORTO CARBONIO/AZOTO (C/N)
Il rapporto C/N esprime il rapporto tra il carbonio organico espresso in % e l'azoto totale espresso in %. Tale rapporto è spesso utilizzato come una misura del tasso di umificazione della sostanza organica e indice della qualità dell'humus.
Per il rapporto C/N, è ritenuto ottimale un valore pari a 10.
Valori inferiori generalmente sono indicativi della prevalenza di fenomeni ossidativi tuttavia, in alcuni casi il rapporto C/N potrà risultare basso anche perché l'azoto totale comprende anche le frazioni azotate ammoniacali legate ai foglietti argillosi e in realtà non facenti parte della sostanza organica.
E così, generalmente valori elevati del rapporto C/N indicano il prevalere di fenomeni riduttivi nel suolo dovuti a cause avverse quali difficoltà di drenaggio, alterazione dell'attività della biomassa dovuta anche a inquinamento, ecc., Tuttavia valori elevati possono essere dovuti anche ad apporti recenti di sostanza organica anche in forma di residui colturali. In quest'ultimo caso si potranno manifestare temporanee carenze azotate nelle colture poichè l'azoto disponibile sarà sottratto alle piante dai microrganismi del terreno attivi nel processo di umificazione.
dr. agr. Luisa M. Ruggieri
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