CALCARE
Questo gruppo analitico comprende:
Calcare totale - si determina mediante la misura volumetrica della CO2 che si sviluppa per l'azione dell'acido cloridrico su una quantità nota di campione. La conoscenza di questo parametro, pur avendo un significato pedologico, ha ridotta rilevanza ai fini agronomici poiché non necessariamente si riscontra correlazione diretta con la frazione "attiva"
E' opportuno tuttavia, segnalare che, nei suoli con calcare totale inferiore al 5% e pH >7, è possibile che pratiche agronomiche errate possano provocare alterazioni degli equilibri esistenti (climax) causando rapidi spostamenti della reazione verso l'acidità.
Calcare attivo - consiste nella determinazione della quantità di ioni Ca2+ reagenti con l'ammonio ossalato. Il contenuto di calcare attivo (CaCO3) si esprime in g/kg.
E' un indice di attività della frazione solubile ed ha, come è noto, influenza diretta sull'assimilabilità e sull'utilizzazione di alcuni nutrienti da parte delle piante.
Ne è un esempio la fisiopatia nota come "clorosi ferrica" dovuta alla mancata disponibilità di ferro in forma ridotta (Fe2+), facilmente assimilabile dalle piante.
La classificazione dei terreni in base al contenuto di calcare attivo deve essere intesa soltanto in chiave pedologica poiché la risposta delle colture ai diversi livelli di calcare attivo varia da specie a specie ed anche all'interno della stessa specie.
Questa determinazione è fondamentale in fase di pre-impianto poiché la valutazione agronomica del calcare attivo, insieme ad altre considerazioni (es. disponibilità di acqua e sua qualità ), è importante per la scelta della coltura e dei portainnesti per le arboree.
Poiché a diverse profondità è possibile trovare diversi livelli di calcare attivo, è bene, per alcune specie con apparato radicale più profondo, considerare il livello di calcare attivo alle diverse profondità raggiunte dalle radici.
Calcare totale - si determina mediante la misura volumetrica della CO2 che si sviluppa per l'azione dell'acido cloridrico su una quantità nota di campione. La conoscenza di questo parametro, pur avendo un significato pedologico, ha ridotta rilevanza ai fini agronomici poiché non necessariamente si riscontra correlazione diretta con la frazione "attiva"
E' opportuno tuttavia, segnalare che, nei suoli con calcare totale inferiore al 5% e pH >7, è possibile che pratiche agronomiche errate possano provocare alterazioni degli equilibri esistenti (climax) causando rapidi spostamenti della reazione verso l'acidità.
Calcare attivo - consiste nella determinazione della quantità di ioni Ca2+ reagenti con l'ammonio ossalato. Il contenuto di calcare attivo (CaCO3) si esprime in g/kg.
E' un indice di attività della frazione solubile ed ha, come è noto, influenza diretta sull'assimilabilità e sull'utilizzazione di alcuni nutrienti da parte delle piante.
Ne è un esempio la fisiopatia nota come "clorosi ferrica" dovuta alla mancata disponibilità di ferro in forma ridotta (Fe2+), facilmente assimilabile dalle piante.
La classificazione dei terreni in base al contenuto di calcare attivo deve essere intesa soltanto in chiave pedologica poiché la risposta delle colture ai diversi livelli di calcare attivo varia da specie a specie ed anche all'interno della stessa specie.
Questa determinazione è fondamentale in fase di pre-impianto poiché la valutazione agronomica del calcare attivo, insieme ad altre considerazioni (es. disponibilità di acqua e sua qualità ), è importante per la scelta della coltura e dei portainnesti per le arboree.
Poiché a diverse profondità è possibile trovare diversi livelli di calcare attivo, è bene, per alcune specie con apparato radicale più profondo, considerare il livello di calcare attivo alle diverse profondità raggiunte dalle radici.
dr. agr. Luisa M. Ruggieri
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