Il
laboratorio di
Agrisoil utilizza un
ICP OES (
Inductively coupled plasma Optical emission spectroscopy) per l'esecuzione di
analisi nel
suolo agrario, nelle
foglie e negli altri
organi vegetali, nelle
acque, nelle
soluzioni fertilizzanti,
negli
estratti acquosi del suolo, nel
drenato, ecc.. L'ICP, il cui impiego è previsto dall'International Union of
Soil Science (UISS) e dalla Società Italiana della Scienza del Suolo (SISS),
consente maggiore precisione e affidabilità dei risultati.
L'ICP (plasma
accoppiato induttivamente) è una delle varianti strumentali applicate alla
spettroscopia di emissione atomica che utilizza la somministrazione di energia
relativamente elevata per provocare la dissociazione di atomi e la loro
eccitazione. In base alla lunghezza d'onda emessa è possibile risalire alla
specie incognita poiché gli spettri di ciascuna sostanza sono caratteristici e
attraverso la misura dell'intensità dell'emissione si può eseguire anche
l'analisi quantitativa. Secondo la diversa sorgente utilizzata per eccitare gli
atomi si hanno diverse varianti; una di queste è l'ICP OES che interfaccia una
sorgente a plasma induttivamente accoppiato con un rilevatore ottico.
Si tratta di una strumentazione con limiti di rilevabilità dell'ordine dei ppb per molti elementi della tavola periodica.
Il
plasma accoppiato induttivamente è generato dall'effetto
di un campo di radiofrequenza su una corrente di gas (argon). La scarica è
indotta mediante una scintilla in una corrente di argon, che sale attraverso un
tubo di quarzo (torcia) posto all'interno di una spirale stimolata da un
generatore di radiofrequenze, creando un campo magnetico all'interno della
stessa e nel flusso di gas, riscaldandolo e trasformandolo, in un plasma
stabile la cui temperatura è di 10000°k(nella base del centro del plasma). Questa elevata temperatura, peculiare del
plasma, consente di atomizzare o ionizzare ed eccitare quasi tutti gli elementi. Il segnale è stabile e molto riproducibile, con la possibilità di eseguire
agevolmente analisi multicomponenti avendo basse interferenze chimiche.
Il vantaggio
principale della tecnica ICP nelle
analisi agrarie consiste nell'affidabilità e
nella precisione del dato analitico, poiché è possibile eliminare quasi
completamente le interferenze della matrice sull'analita. Il principio di
funzionamento prevede quindi che un flusso di argon trasporti il campione
vaporizzato in una torcia ICP, dove raggiunge la temperatura di 6000-8000°C,
dando luogo alla ionizzazione e all'atomizzazione; il plasma risultante è
aspirato e trasportato al rivelatore.
In parole povere il campione liquido
(estratto dal suolo, dagli organi vegetali, ecc. secondo le metodologie previste), è pompato nel sistema d'introduzione costituito da una camera spray
e da un nebulizzatore, l'aerosol viene iniettato alla base del plasma nella
torcia, passando in zone a temperatura crescente in cui si asciuga, si
vaporizza, si atomizza e si ionizza. Quando raggiunge la zona analitica del
plasma (temperatura di 6000-8000°C) sarà in forma di atomi e ioni eccitati
rappresentanti la composizione elementare del campione. L'eccitazione degli
elettroni esterni produce fotoni di luce a lunghezze d'onda (emissione atomica) specifiche
per ciascun elemento e il rilevatore ottico consente l'individuazione
dell'elemento di cui misurerà la concentrazione.
Paola Palermo